Un microcosmo che cambia un po’ ogni giorno per non cambiare mai e rimanere il punto di riferimento di molti turisti, che salendo quei due scalini della loggia si trovano proiettati in un mondo particolare e colorato.
Un cambiamento che c’è insomma anche se all’apparenza tutto resta lo stesso, nella disposizione dei banchi, nella merce esposta con cura, nelle diverse lingue che si confondono.
Al Mercato del Porcellino c’è chi lavora ormai da trent’anni, come è il caso di Silvia Matucci.
“Non ho iniziato con i foulard – ci racconta – ma ormai ci vivo in mezzo da una ventina d’anni. In tutto questo tempo il mercato è cambiato sì, in modo radicale, al suo interno ma anche per quanto riguarda le presenze. Oggi è tutto più convulso, il cliente soprattutto con l’arrivo dei viaggi low cost tende ad avere meno soldi a disposizione, tira sul prezzo anche a discapito della qualità. E’ difficile fare una scelta dei prodotti, ma noi a materiali quali la seta italiana non rinunciamo”.
Quali sono le provenienze dei turisti?
“Ci sono i classici americani, anche se sono calati rispetto a un tempo, quando venivano a luglio e pensavano già a fare regali di Natale; poi molti turisti che arrivano dai paesi del’Est e che anni fa non si vedevano”.